C'è una commistione di metodi, contenuti, parola, colori, strumenti e voci, una diversità di mondi e di desideri nei quali mi aggiro, frugando qua e là e traendo immagini e purezza di idee.
Lo vedi quel puntino lì in fondo? Quello che scorre velocemente in avanti oltre la curva, son io, pulso e traccio una traiettoria personale che nulla ha a che fare con la realtà.
Lo vedi quel buio? È un travestimento che uso per scorgere più chiaro ed evidente lo stile personale, nero e profondo, nel quale spiccano gusto e tatto, olfatto e udito.
È un rapporto stretto quello mio con l'immagine, ambientazione storica dei miei pensieri e verde analisi dei miei caratteri, così come su una lavagna luminosa attraverso quella mi giunge un'influenza strana e io, in estasi, sono cieca e muta, laica sacerdotessa dell'astrazione e fedele adepta della stilizzazione dell'animo: sfondo antico della libertà da ogni vincolo, struttura attuale dell'interferenza divina.
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